Home ArticoliAttualità Difficili equilibri nel consiglio comunale

Difficili equilibri nel consiglio comunale

by Marcella Campagnaro

Latina – Sono trascorsi quattro mesi dalle elezioni comunali a Latina e non si è ancora pienamente definito l’assetto amministrativo della città. La trattativa tra il sindaco Coletta e il centrodestra ha avuto una battuta d’arresto perché lo scenario è mutato rispetto alla prima fase, quando lo schieramento risultato maggioritario in Consiglio si presentava in forma unitaria al cospetto del primo cittadino sostenuto dal centrosinistra. Coletta ha già allargato la propria maggioranza a Forza Italia che, a sua volta, ha aperto le porte ad Annalisa Muzio, contendente alla poltrona più alta di piazza del Popolo per Fare Latina, ed eletta in Provincia con le insegne berlusconiane nella tornata elettorale che ha portato il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli alla guida dell’ente di via Costa. Il dialogo con le altre sigle del centrodestra, che sembrava poter portare all’ingresso in giunta della Lega, si è invece definitivamente arenato. Il partito di Salvini da un lato ha ingrossato le proprie file con Alessio Pagliari, in assise per la civica Latina nel Cuore e poi transitato nel gruppo Misto, e contestualmente ha mosso forti critiche alla stasi delle attività consiliari, derivante anche dal mancato accordo sulla composizione delle Commissioni. I numeri in Consiglio vedono 16 sostenitori di Coletta e altrettanti oppositori: per questo i colettiani vorrebbero la maggioranza in cinque commissioni, lasciando in mano al centrodestra le altre cinque. In un primo tempo la ripartizione sembrava condivisa tra i due schieramenti, ma poi l’ingresso di Pagliari nella Lega ha rimesso in discussione gli equilibri faticosamente trovati. Sulla base del regolamento vigente, infatti, il numero di seggi nelle Commissioni è determinato dalla consistenza dei singoli gruppi consiliari, al di là dello schieramento di appartenenza, e ciò farebbe reclamare a Lega, Fratelli d’Italia e la civica Latina nel Cuore la maggioranza in sei Commissioni su dieci. La faccenda è finita al Tar, anche se nell’attesa di un giudizio il Consiglio ha finalmente decretato la nomina dei commissari. La coperta corta, e l’impossibilità di soddisfare le aspirazioni di alcuni consiglieri con la chiamata in Giunta – che comporterebbe surroghe non in grado di garantire il mantenimento degli attuali assetti – stanno allungando gli indugi, che rischiano di essere difficilmente giustificabili di fronte alle esigenze della città.

Related Articles