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C’era una voltala Mira Lanza

by Giorgio Agostini

Percorrendo l’Appia, in località Mesa di Pontinia, si scorge il relitto di un’azienda con il suo alto fungo piezometrico tra il completo abbandono e l’incuria. Si tratta dello stabilimento della Mira Lanza che sul finire degli anni ottanta ha chiuso i battenti dopo un ventennio di attività. La Mira Lanza è stata una storica azienda italiana che produceva candele steariche, saponi e detersivi. L’azienda aveva la sede principale a Genova dove svolgeva principalmente l’attività di ricerca e sviluppo, nel 1966, grazie alle agevolazioni della Cassa del Mezzogiorno, decise di avviare la produzione anche nel nuovo stabilimento di Pontinia. Il marchio arrivò a detenere la leadership della produzione di detersivi in Italia negli anni sessanta e settanta e tra gli storici personaggi che pubblicizzavano i prodotti su Carosello ricordiamo Calimero e l’olandesina, con il presentatore Corrado come testimonial. Molto popolare e diffusa nelle famiglie italiane fu la raccolta dei punti premio che si trovavano nelle confezioni dei prodotti, sotto forma di figurine di cartoncino; tramite questi punti si potevano ottenere oggetti regalo casalinghi da scegliere su un apposito catalogo. Il sito di Pontinia arrivò ad avere assunti circa 300 operai produssero detersivi a pieno ritmo fino alla seconda metà degli anni Settanta, poi iniziò il declino. L’azienda cessò la produzione e chiuse i battenti nel 1989, anno in cui venne assorbita dal gruppo Reckitt-Benckiser che riorganizzò tutte le strutture della società privilegiando però l’impianto principale di Mira e la conseguente chiusura di tutti gli stabilimenti minori. Nel corso degli anni sono stati numerose le proposte e i progetti di riconversione: dal mega centro commerciale, ad un borgo polifunzionale per arrivare ad un polo universitario e di ricerca. Tante chiacchiere, tante promesse soprattutto a ridosso delle competizioni elettorali ma pochi fatti. Unica cosa di concreto fatta gli interventi di bonifica dell’amianto e di messa in sicurezza di tutta l’area. A novembre 2021 la società portoghese Pan-Eco Iberica-Energias Renovaveis ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto per il recupero della frazione organica dei rifiuti e dei liquami bufalini finalizzato alla produzione di biometano, con una capacità superiore a lavorare 100 tonnellate al giorno tramite incenerimento o diverso trattamento. Sono in corso delle valutazioni di impatto ambientale e nello stesso tempo sono sorti dei comitati spontanei di cittadini che nutrono dubbi sulla fattibilità del progetto. Tra tutte queste vicende l’unica cosa certa resta lo stato di degrado e abbandono in cui versa tutta l’area che negli ultimi anni è diventata un set fotografico come testimoniano gli scatti sui social network da parte di artisti provenienti dall’estero.

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