Lungo via Romagnoli, all’altezza dell’incrocio con via Persicara, a Latina, sorgeva la SVAR, fabbrica che produceva segnali e cartellonistica stradale, vernici, articoli rifrangenti. L’azienda era fiorente all’inizio degli anni settanta, poi il lavoro diminuì e si arrivò al fallimento a metà degli anni 90. L’area fu acquisita dai noti imprenditori pontini Faustini, Donnabella e Duprè, con l’idea di realizzare delle graziose palazzine. Le cose per qualche oscuro motivo non si concretizzarono e da quel momento in poi l’intero sito venne abbandonato lasciando sul campo, oltre alle strutture, materiali inquinanti e rifiuti tossici molto pericolosi. Nel 2014 il Comune di Latina avviò il procedimento di esproprio nei confronti della Immobiliare Romagnoli s.r.l. con lo scopo di risanare l’intera area per far sorgere un quartiere di edilizia residenziale pubblica e agevolata. Iniziò così un contenzioso tra l’ente comunale e i proprietari dell’area che portò nel 2016 alla condanna dello stesso comune e al pagamento di 6 milioni di euro. La Corte d’Appello fissò poi il valore dell’area a 4 milioni di euro, molto lontano dai 18 milioni chiesti dalla Immobiliare Romagnoli. Nel corso di questi anni si sono avvicendate diverse amministrazioni ma il risultato non è cambiato, non c’è stato nessun avvio ai lavori nonostante la legge parli chiaro, l’opera pubblica o di pubblica utilità deve essere realizzata o almeno iniziata entro il termine di dieci anni a decorrere dalla data in cui è stato eseguito il decreto di esproprio, altrimenti l’espropriato può chiedere che sia accertata la decadenza della dichiarazione di pubblica utilità e che siano disposti la restituzione del bene espropriato e il pagamento di una somma a titolo di indennità. Come denunciato più volte dai residenti di via Romagnoli tutta l’intera area versa in uno stato di totale abbandono, nel corso degli anni la stessa è diventata ricovero per disperati senza fissa dimora nella quale periodicamente trovano anche la morte i tossicodipendenti che continuano a utilizzarla come rifugio di fortuna e la presenza di rifiuti urbani, e non solo, facilita la proliferazione di ratti che infestano la zona. Abitualmente l’area viene utilizzata anche per il consumo e lo spaccio di droghe e recentemente sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco da parte di ignoti. L’attuale commissario si è visto costretto a inserire il sito tra le proprietà da valorizzare, in cerca di privati che possano portare a compimento il piano di zona e la prossima amministrazione dovrà impegnarsi molto per risolvere immediatamente questa annosa vicenda. Un vero peccato per quartiere che non dispone di aree attrezzate, giochi per i bambini e attività ricreative.
Parabola della Svar, dal boom al declino
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