Ciò che si stagliava dinanzi agli occhi delle tre fiere creature era qualcosa che somigliava all’Indescrivibile … un gigantesco giardino di ulivi millenari rigogliosi più di un giovane germoglio e tra di essi si distinguevano altri alberi, diversi … vi erano i leggendari Custodi di Alberi, coloro che proteggevano Berlise, il fiore blu. Questi esseri erano Dispensatori di vita e Portali verso luoghi e mondi sospesi tra le molteplici onde che si spostavano tumultuose nell’oceano del Tempo. Berlise incarnava, la vita di tutto il mondo e la gioia, seme della vita dell’Universo stesso.
Rasgal, Hestur e Malmi erano incantati e non volevano avanzare poiché quel luogo era imperniato dalla pace e dalla gioia, ma la loro missione era più importante; proprio in quel momento gli si fece incontro uno dei maestosi custodi di alberi, era un ulivo antropomorfo e si presentò loro, il suo nome era Rossiano. Era magnifico, possedeva le sembianze in tutto e per tutto a un albero di ulivo ma il colore della sua corteccia pulsava e mutava man mano che lui proferiva parola e in base al suo stato d’animo. I tre esseri dissero al custode che avevano necessità di incontrare il Sommo Paladino poiché la situazione urgeva. Rossiano rispose che li stavano aspettando da tempo e i tre rimasero sorpresi e così lo seguirono.
Quel luogo sembrava fosse costituito di pura luce, inoltre non solo giardini immensi di ulivi popolavano quella radiosità … tanti animali vivevano lì, tantissime antiche e sagge tartarughe con il loro passo lento, la loro costanza, la loro tenacia e poi gnomi, elfi, fate, incubini e mordiroccia … tutti erano serenamente indaffarati nelle loro attività e mansioni.
Infine si giunse dinanzi alla Dimora del Tempo, era un alto edificio marmoreo lucente … la atmosfera era divina. … non il soffitto, bensì la volta stellata con la Via Lattea e milioni di galassie irraggiavano un enorme sala in cui si intravedeva un uomo concentrato e impegnato dinanzi a una sorta di organo musicale costituito di cristalli dalle molteplici tinte e sfumature dell’arcobaleno. Poi, guardandosi meglio intorno si scorgevano altri alberi … un Bosco di Luce. Rasgal, Hestur e Malmi mai avevano visto nulla di più meraviglioso … solo Rasgal spalancando gli occhi e le fauci scorse qualcosa di familiare … eh, sì, lo conosceva, era parte dei miti del suo popolo Marmocorazza.
Era un “Albero del Respiro”, due tronchi fusi insieme, l’uno azzurro del cielo e l’altro rosa del tramonto, un mitico Faggio dell’antichissima Faggeta del Monte Semprevisa, ne esistevano pochissimi ed erano custoditi e protetti da sempre dalla stirpe dei Draghi Marmocorazza. Improvvisamente, Rasgal si chinò in gesto di venerazione, era emozionato.
Questi erano antichi come il mondo e si narrava che fossero le lacrime dell’universo giunte sulla Terra per donare bellezza e magnificenza al Creato. Soltanto con determinate condizioni, risultanti da un perfetto equilibrio naturale originato da vibrazioni cosmiche, solo in questo modo i semi di Berlise riuscivano a germogliare.
L’Albero del Respiro era circondato da un circolo di alberi lucenti, dai grandi fiori bianchi e profumati … erano le Magnolie fantàsiche, Katsura.