Home ArticoliAttualità I soldi, il potere, i morti: l’amara Omnia 2

I soldi, il potere, i morti: l’amara Omnia 2

by Simone Di Giulio

Imprese funebri, due ditte che si occupano a diverso titolo di edilizia e anche dipendenti del Comune ed ex amministratori pubblici. Sono queste le prime indiscrezioni che trapelano, in attesa del comunicato ufficiale, sull’operazione “Omnia 2” condotta questa mattina all’alba dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina, che hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale pontino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dopo un’inchiesta aperta nell’aprile 2018. L’operazione, come subito confermato dagli stessi inquirenti, avrebbe condotto all’arresto di 11 persone, mentre altri 15 indagati sono stati raggiunti da informazioni di garanzia poiché anch’essi ritenuti responsabili, a diverso titolo, di molteplici delitti contro la Pubblica Amministrazione, la pietà dei defunti ed avverso la persona. Restano per il momento fuori, almeno a quanto si è riusciti ad apprendere, le questione legate ad un altro filone di indagini, quello che riguarda l’induzione alla prostituzione minorile e lo sfruttamento alla prostituzione. Gli arrestati, come confermato, sono Castaldi Fausto (ex custode cimitero), Castaldi Antonio (figlio di Fausto e titolare impresa edile), Panfilio Maurizio (ex dipendente comunale), Cerilli Gianni e Giusino (titolari agenzia funebre), De Angelis Alfredo e Perciballe Fausto (titolari agenzia funebre), Ciarlo Gianluca (titolare agenzia funebre), Fanella Antonio e Francesco (marmisti) e Andrea Redi. Per Fausto Castaldi e Maurizio Panfilio è scattata la misura della custodia cautelare in carcere, mentre gli altri 9 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria. L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata; il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune; la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze; la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio; le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di  ristrutturare la propria  tomba  di famiglia  attraverso ditte edili esterne; le responsabilità di tre degli indagati che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta  nei confronti del  custode del cimitero. Nello stesso contesto  sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poichè ritenute responsabili,  a diverso titolo, dei medesimi delitti.

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