Latina – Ballottaggio al primo turno. Il sindaco di Latina si deciderà senza bisogno di una seconda tornata elettorale, in quanto per la prima volta da quando è in vigore l’elezione diretta, i candidati sono solamente due. Quindi Matilde Celentano o Damiano Coletta. L’unica certezza è che il prossimo primo cittadino del capoluogo sarà un medico. I favori del pronostico vanno all’esponente di Fratelli d’Italia: il centrodestra viene dai successi in terra pontina delle Politiche e delle Regionali: in entrambi i casi il consenso tributato alla coalizione è stato talmente ampio da far presagire un risultato scontato anche per le Comunali. In più, diversi sostenitori di Coletta in occasione delle elezioni del 2021, che lo videro vincente al ballottaggio seppur con la cosiddetta “anatra zoppa”, hanno cambiato schieramento. Ultimo della lista, l’ex capogruppo del Partito Democratico Enzo De Amicis, che ha pagato proprio il sostegno all’ex sindaco in occasione delle Primarie anziché alla candidata ufficiale del suo partito, Daniela Fiore. Il PD lo ha escluso dalle liste e lui ha trovato ospitalità nella civica della candidata del centrodestra. Prima di De Amicis era approdato tra le file della Celentano Massimiliano Colazingari, presidente del Consiglio comunale nel primo mandato di Coletta ed eletto nella sua coalizione anche in occasione della seconda tornata, oggi in lista con l’Udc-Dc. Anche l’ex deputato e vicesindaco Vincenzo Bianchi, che due anni fa si era schierato al fianco del sindaco uscente, stavolta vede il figlio Flavio in lizza con FdI. Nel centrodestra entra pure Annalisa Muzio che passa da aspirante sindaca, e successivamente aderente alla maggioranza Coletta, alla civica per Matilde Celentano. Il quadro sembra lasciare poche speranze al centrosinistra, che ripone la residua fiducia nella possibilità che Damiano Coletta sfrutti l’abbrivio delle elezioni del 2021 quando superò al ballottaggio una figura assai conosciuta come quella di Vincenzo Zaccheo. La popolarità di Coletta è stata confermata dalle Primarie che, in una fase storica di disaffezione per le urne, hanno comunque coinvolto quasi tremila persone consegnandogli una vittoria netta. Il fattore astensionismo, peraltro, è l’aspetto più imprevedibile: alle Regionali l’affluenza in città non ha raggiunto il 40 per cento e, con un dato del genere, il valore assoluto dei votanti in grado di cambiare le sorti elettorali si riduce al punto da non consentire certezze. Probabilmente molto dipenderà dalle capacità dei singoli candidati consiglieri di portare i propri sostenitori ai seggi: la riduzione dei candidati, meno di un terzo rispetto a due anni fa, e una campagna elettorale sonnacchiosa, però, non lasciano presagire inversioni di tendenza.
Coletta-Celentano, risultato già scritto?
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