Latina – Ci si aspettava che il primo Consiglio dell’era Coletta bis sciogliesse alcuni dei nodi legati al futuro dell’amministrazione comunale di Latina, a venti giorni dalle elezioni che hanno sancito la cosiddetta “anatra zoppa”: conferma del sindaco uscente, candidato per il centrosinistra, però con una maggioranza in aula di centrodestra. L’ordine del giorno della seduta prevedeva comunicazioni relative alla nuova giunta comunale e si pensava che la formazione della squadra avrebbe fornito sostanziali indizi per il prosieguo del mandato. Invece è stata solo l’occasione per eleggere il presidente dell’assise: Raimondo Tiero, recordman di preferenze, è stato votato all’unanimità dei presenti al secondo scrutinio. Alla successiva riunione di Consiglio è stata rinviata l’enunciazione della lista degli assessori: su di essa si gioca la partita più delicata per il sindaco Coletta. Il centrodestra ha posto come condizione per un patto con il primo cittadino il formarsi di una giunta tecnica, che però si scontra con la volontà di Coletta di confermare almeno un paio degli assessori con cui ha collaborato sinora. A fare le spese delle schermaglie tra gli schieramenti sarebbe però la città intera, che nelle urne ha fornito un verdetto netto, per quanto anomalo. Prima di disseminare paletti, i protagonisti di quel verdetto – sindaco da un lato, maggioranza consiliare dall’altro – dovrebbero interrogarsi sul perché l’elettorato si è espresso in tal senso. Forse un indizio arriva dall’annuale graduatoria sull’Ecosistema urbano elaborata da Legambiente e Sole 24 Ore, che vede Latina al centesimo posto in Italia, tra le peggiori dieci città capoluogo e in calo rispetto al 2020. La scarsità di alberi in aree pubbliche o l’atavica dispersione idrica non sono imputabili all’ultimo quinquennio, ma è certo che ci si sarebbe aspettato qualcosa in più sulle energie rinnovabili e sulla raccolta differenziata dei rifiuti. I cittadini vogliono il rispetto delle regole, ma privo di quella rigida intransigenza che spesso appare come un alibi per il non fare. I latinensi, pur ribadendo il loro accento moderato, chiedono di superare la vecchia politica fatta di annunci roboanti – metro leggera, ospedale, palazzetto dello sport, terme, cittadella giudiziaria, università, e chi più ne ha, più ne metta – rimasti solo sulla carta. Se le parti in causa sapranno interpretare queste richieste, la consiliatura potrà essere proficua, altrimenti continueremo a rimanere indietro. Tutti.
Guardare avanti per non indietreggiare
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