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Coletta confermato ma maggioranza contro

by Paolo Del Conte

Latina – Probabilmente non ci avrebbero scommesso un euro nemmeno i suoi sostenitori dopo l’esito del primo turno delle elezioni comunali a Latina, in cui l’avversario Vincenzo Zaccheo era arrivato a un passo dal successo. Eppure Damiano Coletta è riuscito a ribaltare uno svantaggio di 13 punti percentuali – infliggendone dieci di distacco al candidato del centrodestra – e si è confermato sindaco di Latina. In valore assoluto, Coletta ha convinto ottomila elettori in più rispetto al primo turno, mentre Zaccheo ha perso quasi seimila preferenze. Sicuramente il primo cittadino uscente ha persuaso una parte dei sostenitori degli altri aspiranti sindaci, a cominciare da Gianluca Bono, rappresentante del Movimento 5 stelle che ha stretto l’apparentamento con il centrosinistra al ballottaggio. E’ però altrettanto vero che Antonio Bottoni aveva dichiarato il proprio sostegno a Zaccheo, e che anche Annalisa Muzio pescava nell’area di centrodestra. Oltre al recupero di qualche astenuto del primo turno, è probabile quindi che alcuni cittadini abbiano scelto un candidato consigliere di centrodestra senza cedere alla tentazione del voto disgiunto, mentre al ballottaggio hanno cambiato cavallo esprimendosi per Coletta. Il disgiunto del primo turno ha determinato comunque una maggioranza consiliare di centrodestra, con cui il neorieletto sindaco dovrà fare i conti. Ma anche il Consiglio deve tenere in considerazione la volontà dell’elettorato che ha voltato le spalle a Vincenzo Zaccheo, candidato unitario scelto in extremis a fronte dei veti incrociati espressi dai partiti della coalizione nei confronti dei vari nomi emersi. E lo stesso Zaccheo si troverà a riflettere sulla disponibilità data, forse tentato da una rivincita sulle vicende che determinarono la sfiducia subita nel 2010, ma che probabilmente non sono ancora sopite. Questa tornata elettorale ha portato con sé una novità e una certezza: per la prima volta a Latina è stato eletto un sindaco apertamente sostenuto da un partito di centrosinistra, e per l’ennesima volta la città si conferma moderata e conservatrice, ma non certo fascista. Se a Roma Rachele Mussolini fa il pieno di preferenze, a Latina molti degli eletti in Consiglio per Fratelli d’Italia sono eredi della tradizione democristiana. E quando qui fu candidato sindaco Guido Mussolini, cugino di Rachele e nipote di Benito, non arrivò nemmeno all’uno per cento dei consensi. Era il 2002, l’anno in cui Vincenzo Zaccheo diventava per la prima volta sindaco con quasi il 65% dei voti. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ed è il caso che in molti – a Latina e non solo – se ne rendano conto.

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