Home RubricheScienza e Tecnologia Misteri e curiosità sull’implosione del Titan

Misteri e curiosità sull’implosione del Titan

by Giorgio Agostini

In questi giorni si è molto parlato dell’incidente che ha coinvolto il sottomarino Titan mentre si apprestava a scendere ad una profondità di 3800 metri per un’immersione turistica in visita al relitto del Titanic inabissatosi nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico nel lontano 1912. Si tratta di un piccolo sommergibile di 10.432 chilogrammi con equipaggio di 5 persone (1 pilota più 4 membri dell’equipaggio) lungo 6,70 metri, alto 2,80 metri e costruito con materiali in fibra di carbonio e titanio. Tra le sue caratteristiche si evidenzia la presenza di una grande finestra panoramica, una telecamera subacquea, un sonar, una potente illuminazione esterna da 40.000 lumen e uno scanner laser. È in grado di fornire supporto vitale per un periodo di 96 ore per le cinque persone a bordo. Ogni discesa e risalita al luogo esatto in cui affondò il Titanic ha una durata di 6-8 ore e si sofferma sull’esplorazione non solo del relitto ma anche dei fondali circostanti disseminati di resti, oggetti e detriti. Lo scorso 18 giugno sono stati persi i contatti con la nave in superficie 1 ora e 45 minuti dopo l’inizio della discesa, quando mancavano circa quindici minuti al contatto visivo con il relitto del transatlantico. Cosa sia realmente successo durante gli ultimi istanti dell’immersione è difficile da dire soprattutto perché non si dispone di nessun dato telemetrico o registrazioni audio, unica cosa certa il ritrovamento di alcuni detriti a 5-600 metri dal Titanic e l’analisi dei dati sonori raccolti dalla marina degli Stati Uniti che collocherebbe l’implosione nella stessa giornata di domenica. A detta degli esperti il piccolo sommergibile sarebbe stato sottoposto ad una pressione di circa 400 kg per centimetro quadrato, un dato superiore centinaia di volte alla pressione che normalmente si sopporta in superficie. In tali condizioni l’implosione sarebbe risultata incredibilmente rapida, con l’intera struttura che ha collassato senza che gli individui all’interno potessero rendersi conto di quanto stava avvenendo. Le polemiche che hanno seguito la tragica vicenda sono state diverse, dalla scelta avveniristica dei materiali in fibra di carbonio al mancato rispetto della procedura di certificazione prevista nel settore: pare che l’amministratore delegato di OceanGate, Stockton Rush, abbia scelto di evitare il tradizionale iter normativo previsto. In un video promozionale sulla pagina YouTube di OceanGate, la società spiega che ha collaborato con esperti aerospaziali dell’Università di Washington, della NASA e della Boeing per la progettazione dello scafo. Ma sia la Boeing che la NASA hanno subito smentito la notizia dichiarando di non essere stati partner nella progettazione del Titan e di non averlo né progettato né costruito. Nel frattempo sul sito di OceanGate Expedition non c’è traccia di quanto successo nelle scorse settimane. La pagina web dedicata all’esplorazione del Titanic è ancora presente, attiva e raggiungibile, con il calendario delle due prossime missioni sul relitto previste nel 2024. Ci saranno ancora dei coraggiosi disposti a spendere 250mila dollari per una simile impresa?

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