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Il poliedrico Piranesi a Cori

by Mariano Macale

Cori – Horace Walpole, conte di Oxford e autore del primo romanzo gotico a memoria a memoria della letteratura, consigliò ai suoi studenti di studiare i “sublimi sogni del Piranesi”. In un suo paragrafo ebbe a a dire “Selvaggio come Salvator Rosa, fiero come Michelangelo, esuberante come Rubens, ha immaginato scene… impensabili perfino nelle Indie. Costruisce palazzi sopra ponti, templi sui palazzi, scala il cielo con montagne di edifici.”

Ancora: “Dopo la visita alle antichità di Albano e di Castel Gandolfo, essendomi trasferito a disegnare le antichità di Cora, altra città del Lazio, mi si pararon dinanzi le rovine delle mura che a’ tempi antichi erano state tirate d’intorno ad essa …” queste le parole di Piranesi stesso incipit della monografia costituita da 10 pagine di studi scientifici e da 15 incisioni.

Ci resta difficile, e probabilmente non utile, rispondere alla domanda: chi era il personaggio Giovanni Battista Piranesi, originario di Mogliano Veneto e consegnato alle pagine della storia dell’arte?

Potremmo sì spenderci in qualche sprazzo biografico. E allora diremo che Piranesi è stato architetto, archeologo, incisore, creatore, editore e mercante, nonché artefice di una produzione artistica vastissima e multiforme che, attraverso l’osservazione e la rappresentazione dei monumenti del passato, fondava una nuova estetica dell’Antico, pilastro del nascente Neoclassicismo, ispiratrice di visioni e sogni nel Romanticismo, punto di riferimento per le avanguardie artistiche del Novecento, ancora profondamente radicata nella cultura contemporanea.

Ma cosa dicono queste parole, questi “cenni biografici”? Poco o niente, e anzi probabilmente nel tentativo di sintetizzare, come sempre accade per le biografie, la vita di un essere umano, probabilmente cadono nella fallacia opposta alle intenzioni: non dire, non raccontare.

Allora capiremo che forse più dell’autore parlano le sue opere, più di Piranesi, a lasciare il segno sono le sue incisioni.

Il 2020 è stato l’anno Piranesiano a 300 anni dalla nascita: il 4 ottobre 1720.

Palazzo Poli, sede dell’Istituto centrale della grafica, conserva dell’Artista la sua grande produzione di rami incisi con la tecnica dell’acquaforte. Una parte di questi rami sono stati concessi in prestito dall’Istituto, a Cori, relativamente alla monografia Antichità di Cora.

Un ultimo cenno: Piranesi arriva a Roma nel settembre del 1740 e si dedica alle ricognizioni dei monumenti della città e della regione romana. Da ultimo in senso cronologico Piranesi scopre Cori, cui dedica il suo manifesto circa l’originalità architettonica della romanità classica.

La mostra, curata dal Prof. Domenico Palombi de La Sapienza – Università di Roma e realizzata dall’arch. Paolo Sellaroli, è ospitata nella splendida cornice del Museo della Città e del Territorio di Cori inserito nel Complesso Monumentale di Sant’Oliva.

Essa presenta una caratteristica eccezionale: consente di vedere contemporaneamente le matrici, stampe e i soggetti originali delle incisioni che sono esposti nel Museo, oltre i monumenti presenti nella Città.

È possibile visitare la mostra dal venerdì alla domenica negli orari 10 – 13 e 15 – 19.

Negli altri giorni su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone contattando via whatsapp il numero 338 600 1235.

Fino a quando: fino al 10 ottobre 2021.

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