Home RubricheMiti e Leggende Wolfdietrich, il leone e la Dragonessa

Wolfdietrich, il leone e la Dragonessa

by Cristina Villanova

Questo mese viene dedicato all’eroe di un antico poema epico risalente al 1230 circa e narrato in numerose versioni. L’eroe in questione si chiama Wolfdietrich e si narra che “dopo molte avventure, il figlio del re Wolfdietrich va in cerca di un Drago che aveva completamente divorato il re dei longobardi Ortnit  e poi ne aveva risputato solo l’armatura e le sue ossa. L’eroe vuole vendicare la morte di Ortnit e alla fine riesce a trovare la caverna del mostro. Davanti all’ingrosso ci sono cinque piccoli draghetti che giocano tra loro, per il momento però Wolfdietrich li lascia stare tranquilli. Pensa alla madre e ritorna nella foresta per cercarla. Alla fine il rumore lo conduce ad una radura in cui la Dragonessa combatte con un leone. L’eroe si butta nella mischia, ma il Drago si dimostra superiore. Colpisce il leone e anche Wolfdietrich col suo cavallo e porta con sé i suoi avversari nella sua caverna affinché i suoi piccoli mangino. I piccoli affamati si buttano subito sul leone ma i loro dentini non sono ancora così forti da poter mordere la corazza che protegge il corpo dell’eroe. Così lo lasciano mezzo morto in un angolo della grotta e iniziano a mangiare il cavallo. Poi si sentono stanchi e se ne vanno a dormire, i piccoli dentro alla caverna e la madre fuori. Quando si riprende un pochino Wolfdietrich guarda nella grotta e vede accanto a sé la spada del defunto Ortnit. E quando ne scopre le gambe, viene preso da una tale collera che stacca la testa dei draghetti e alla fine infilza la spada nei punti più teneri della Dragonessa madre finché anch’essa muore. Infine le taglia la lingua come prova del fatto di averla veramente uccisa”. Wolfdietrich non fu l’unico uccisore di Draghi ad impossessarsi di un trofeo del genere. Questa usanza era talmente diffusa e amata che non soltanto riemerge continuamente nelle fiabe ma è diventata addirittura il tema di una tesi di dottorato (Wolfgang Hierse: Il taglio della lingua del drago e il romanzo di Tristano). Il museo regionale tirolese di Innsbruck conserva ancora la lingua (gli intenditori vogliono identificarla come il rostro di un pesce spada) del Drago che ad un certo Haymo o Heimo avrebbe ucciso. Secondo la saga Heimo era un gigante e si misurò con un Drago che imperversava in Austria nei pressi del convento di Wilten. Là sembra che il Drago custodisse un frutteto che era circondato da una recinzione argentea. Sugli alberi però, proprio come quelli custoditi dal greco Ladone, crescevano pomi d’oro. Dopo la battaglia in cui sembra essere scorso parecchio sangue di Drago, i monaci de convento sollevarono la lingua recisa, lunga tre palmi e la custodirono in un contenitore d’argento per mostrarla ancora per secoli ai visitatori intimoriti.

Related Articles