Alla fine le si avvicinò un membro della sua famiglia, sua sorella Gemma e le rivelò ciò che le era successo … Era lei che aveva sbaragliato alcuni esseri del Malcandore grazie alla sua coda nel tentativo disperato di proteggersi. Possibile che nessun altro sonoreano avesse tentato la stessa azione? Possibile che ciò che riusciva meglio ai sonoreani perché insito nella loro natura, rappresentasse la loro salvezza e quella di tutti i regni sottomarini? … Tutti coloro che avevano udito il racconto di tali eventi, erano esterrefatti e improvvisamente avevano recuperato il sorriso, sorriso perduto da tempo immemore. Sorridere sembrava una cosa di poco conto, futile, ma in realtà dietro ad un atto così semplice, si nascondono il potere della forza e della condivisione, i quali se uniti, in grado di sbaragliare anche il più temibile dei nemici. A questo punto, si levò una voce, la quale apparteneva a uno degli Alto rappresentanti degli altri regni sottomarini, era Stella, una giovane sirena proveniente dal Regno di Anemos. Stella fece una domanda ben precisa a Corallo: in che modo gli altri regni potevano contribuire alla sconfitta del Malcandore, dal momento che il dono della musica apparteneva unicamente ai sonoreani? Era un dubbio più che legittimo, così Corallo le rispose che il loro aiuto non sarebbe stato vano, ma semmai necessario e prezioso. Tutti gli altri regni avrebbero contribuito distraendo l’esercito malvagio e lo avrebbero combattuto lo stesso, ma non con delle vere e proprie armi, bensì con degli strumenti musicali. È vero che i sonoreani possedevano il dono, ma tutti avevano la possibilità di partecipare attraverso la musica all’indebolimento del loro nemico comune. Naturalmente anche gli altri Alto rappresentanti espressero seri dubbi a riguardo. Marino di Medusia e Dorina di Conca dorata temevano che il loro intervento, errato pensavano, avrebbe compromesso l’intera missione provocando enormi perdite. Da parte sua, Corallo li capiva bene, le loro titubanze erano giustificate, ma in fondo al suo cuore c’era una vocina che le parlava e che le suggeriva che questo era il sentiero, quello giusto da intraprendere per poter ripristinare l’equilibrio originario dei mari. Era una voce forte e chiara, un’essenza potente che non sapeva spiegare e pensava fosse la sua ragione, la sua convinzione, ma in realtà qualcosa di straordinario era … Anche i sonoreani della Piazza Corallina sembravano essere della medesima opinione dei messaggeri forestieri, Corallo non sapeva cosa fare perché il cuore le dettava altro, ma proprio a questo punto come un colpo di scena inaspettato che giunge lasciando attoniti e disorientati, la sorella di Corallo, Gemma, intervenne con determinazione e parlò. Gemma affermò che lei aveva visto con i propri i occhi il Malcandore e aveva provato non sapendo se sarebbe sopravvissuta, fu il suo istinto che le permise di vivere, quell’istinto strettamente connesso con la Madre Terra e grazie a questo fu guidata verso la giusta risoluzione delle cose. In quel momento, le parole, i dubbi e la paura non avrebbero portato a nulla. La paura è l’anticamera della morte, solo il coraggio è necessario. Era giunto il tempo di agire, uniti con il medesimo scopo, la vita per tutto e per tutti. L’intera piazza si convinse e trovò il coraggio, lo spirito di iniziativa, la volontà di cambiare le cose. Tutti furono d’accordo, tentare fino a quel momento li aveva sempre aiutati perché la fortuna aiuta gli audaci.
Fogliano di Corallo – IX Parte
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