Home RubricheArcheoastronomia Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia?

Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia?

by Cristina Villanova

È il detto popolare che lo afferma: «Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia», ma tutti sappiamo che il giorno più corto è il solstizio d’inverno. Come nasce allora questa credenza sul 13 dicembre?

Tutto origina dal fatto che l’anno non è divisibile da un numero intero di giorni: se uno fa la divisione ottiene una cifra con molti decimali (precisamente viene 365,242189670). Non potendo scomporre l’anno in un numero intero di giorni, si è quindi dovuto sempre ricorrere a qualche forma di approssimazione.

Il più evoluto calendario in uso in Occidente fin dall’antichità è quello voluto da Giulio Cesare (il Calendario Giuliano, appunto). L’astronomo Sosigene di Alessandria che lo elaborò, per tener conto di quel numero “non tondo”, adottò l’anno bisestile. Aggiungendo un giorno ogni quattro anni, si otteneva infatti l’ottima approssimazione di 365,25 giorni.

Se per i Romani tale approssimazione era più che bastevole, col passare dei secoli, la differenza di 0,00781 giorni (pari a 11 minuti e 15 secondi circa) sulla durata dell’anno cominciò a creare problemi. In effetti essa fa anticipare gli equinozi di un giorno ogni 128 anni.

Passati 1500 anni da Giulio Cesare (o, più precisamente, passati 1.257 anni dal Concilio di Nicea che aveva stabilito che l’equinozio dovesse cadere sempre il 21 marzo come accadeva in quel periodo), la data dei solstizi ed equinozi era ormai alla deriva. Senza un intervento, la primavera sarebbe arrivata a febbraio e l’inverno a novembre… Anche Dante fa cenno a questo slittamento dell’anno civile rispetto a quello tropico teorizzando il momento in cui gennaio sarebbe stato interamente fuori dall’inverno («Ma prima che gennaio tutto si sverni / per la centesma ch’è là giù negletta» in Paradiso XXVII, 142-143).  Il calendario era inadeguato e andava riformato.

La poderosa opera di riforma, che coinvolse molti astronomi (tra i quali Cristoforo Clavio, Luigi Lilio e Egnazio Danti), fu promossa da papa Gregorio XIII e culminò con la promulgazione del Calendario Gregoriano, in uso tutt’oggi. Dopo aver determinato con la massima precisione il valore reale del numero di giorni contenuti in un anno, fu trovato il modo di approssimarlo ancora meglio rispetto al calendario giuliano. Eliminando tre anni bisestili ogni 400 anni si otteneva una differenza tra calendario e anno di appena 26 secondi, quindi l’attuale calendario va avanti di un giorno ogni 3.323 anni e succederà solo nel 4905.

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