Questo mese viene dedicato a due particolari santi, sono santi dei draghi, i quali lasciarono misericordiosamente in vita i “loro” draghi.
Questo mese viene dedicato a due particolari santi, sono santi dei draghi, i quali lasciarono misericordiosamente in vita i “loro” draghi.
Un altro santo, più inconsueto che ebbe a che fare con un drago deve essere stato Simeone lo stilita.
“Simeone era il figlio di un pastore siciliano e si era fatto la fama di cosiddetto stilita. Inizialmente però si fece monaco e visse qualche anno come eremita. Era così pio, puro ascetico e saggio che attirò su di sé la meraviglia e l’attenzione di tutti, sia nei dintorni sia anche in regioni più lontane. Ma a un certo punto non gradì più essere oggetto di visite, e così, per evitare il trambusto, si ritirò su una colonna. La colonna era alta tre metri, ma la distanza dagli uomini gli appariva talmente ridotta che salì su una colonna di diciotto metri, sulla quale passò più di trent’anni, fino al giorno della sua morte. E fin qui, tutto bene. Naturalmente, a questo punto la sua fama si diffuse ancora di più e alla fine arrivò anche agli orecchi di un orribile drago che, come era notoriamente usanza fra i draghi, aveva completamente devastato con il fuoco la regione in cui viveva e aveva combinato molti guai. In compenso gli era caduto un ramo nell’occhio e lo aveva perforato. Un bel giorno questo drago se ne partì, colmò la lunga distanza che lo separava dalla colonna di Simeone, vi avvolse intorno il suo corpo gigantesco e quindi chinò umilmente il terribile capo. Allora il santo lo guardò amichevolmente. In quel momento il ramo cadde dall’occhio del drago, i testimoni lodarono il Signore Dio e poi scapparono di corsa, per paura del drago. Quello però non aveva la minima intenzione di inseguirli, ma rimase qualche tempo immobile avvolto attorno alla colonna, quindi fece ritorno alla sua grotta e da allora non fece mai più nulla di male”.
Santi, sacrosanti Draghi!
Questo mese viene dedicato a due particolari santi, sono santi dei draghi, i quali lasciarono misericordiosamente in vita i “loro” draghi.
Uno di loro si chiamava Marcello, viveva in Francia e nel quinto secolo era il vescovo di Parigi. “Durante il periodo dell’episcopato di Marcello, la città era tiranneggiata da un drago che viveva nella Senna e di tanto in tanto provocava un’inondazione. Quando si verificò nuovamente una catastrofe di questo genere, San Marcello convocò tutti i cittadini e mettendosi davanti a loro marciò fino al posto in cui stava il drago che si colpiva con un enorme coda. Tutti trattennero il fiato mentre si avvicinava al drago. Marcello pregava ad alta voce, ed ecco che avvenne qualcosa di straordinario: il drago si inchinò davanti al vescovo, scodinzolò come un cagnolino e chiese pietà. Marcello gli diede tre colpetti sulla testa con il suo bastone e quindi gli cinse la sua stola intorno al collo. Infine lo sgridò, lo invitò a comportarsi bene e lo mandò via. Il drago mise le gambe in spalla e da allora, con grande gioia dei parigini e dei turisti, nessuno lo vide più”.
Un altro santo, più inconsueto che ebbe a che fare con un drago deve essere stato Simeone lo stilita.
“Simeone era il figlio di un pastore siciliano e si era fatto la fama di cosiddetto stilita. Inizialmente però si fece monaco e visse qualche anno come eremita. Era così pio, puro ascetico e saggio che attirò su di sé la meraviglia e l’attenzione di tutti, sia nei dintorni sia anche in regioni più lontane. Ma a un certo punto non gradì più essere oggetto di visite, e così, per evitare il trambusto, si ritirò su una colonna. La colonna era alta tre metri, ma la distanza dagli uomini gli appariva talmente ridotta che salì su una colonna di diciotto metri, sulla quale passò più di trent’anni, fino al giorno della sua morte. E fin qui, tutto bene. Naturalmente, a questo punto la sua fama si diffuse ancora di più e alla fine arrivò anche agli orecchi di un orribile drago che, come era notoriamente usanza fra i draghi, aveva completamente devastato con il fuoco la regione in cui viveva e aveva combinato molti guai. In compenso gli era caduto un ramo nell’occhio e lo aveva perforato. Un bel giorno questo drago se ne partì, colmò la lunga distanza che lo separava dalla colonna di Simeone, vi avvolse intorno il suo corpo gigantesco e quindi chinò umilmente il terribile capo. Allora il santo lo guardò amichevolmente. In quel momento il ramo cadde dall’occhio del drago, i testimoni lodarono il Signore Dio e poi scapparono di corsa, per paura del drago. Quello però non aveva la minima intenzione di inseguirli, ma rimase qualche tempo immobile avvolto attorno alla colonna, quindi fece ritorno alla sua grotta e da allora non fece mai più nulla di male”.