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Le “Fantasme” italiane raccontate in un libro

by Fabrizio Agostini

Libri – Racconti di Fantasmi, anzi di “Fantasme”. Presentato il nuovo libro, edito da Fefè Editore, di Claudio Marrucci e Carmela Parissi. Un argomento particolare ma di estremo interesse. Innocue o rancorose, sono anime che vagano in cerca di giustizia o attendono che il dolore per un amore spezzato si trasformi in gioia, legate al luogo (il castello, la città, il maniero, il palazzo, il borgo) dove hanno dimorato in vita e nel quale ritornano. 80 casi in tutt’Italia, tra i 10 e i 60 anni: serve, imperatrici, borghesi, brigantesse e partigiane, che bramano di comunicare con i viventi. Per queste donne è stato coniato un nuovo appellativo: fantasme. E Fantasme s’intitola il libro di Claudio Marrucci e Carmela Parissi (Fefè Editore, pagg. 262, euro 16.00). Donne che attraversano l’Italia, da nord a sud, dal passato al presente, come recita il sottotitolo: “da Messalina a Giorgiana Masi, dove e come incontrarle”.   I fantasmi, affermano i due autori, «sono anime inquiete che tornano o restano nei luoghi terreni del loro supplizio. Spesso per una vendetta impossibile o per una paura che continua o per un amore mai terminato nonostante tutto. Vittime che restano vittime oltre la loro vita terrena, vittime che nella gran parte dei casi erano e sono donne. Oltre al nuovo nome, ci è sembrato giusto indagarle». I due autori hanno contato più di un migliaio di “fantasme” in tutta Italia. Questo libro ne riporta ottanta, delle quali venticinque sono state immortalate dalle illustrazioni di Carmela Parissi, mentre Claudio Marucci ne ha romanzato la storia. «Fantasme antiche e moderne, buone o cattive, fantasme che tornano, fantasme evocate e fantasme infestanti: tante, troppe – scrive nella prefazione Carmela Parissi – per poter dare a ognuna lo spazio di un racconto esauriente. La decisione di selezionarne alcune e lasciarne altre all’oblio mi attanagliava la mente. Un’opera di cesoia che non volevo e non potevo compiere. Eppure le necessarie costrizioni di tempo e di spazio insite nella narrazione dovevano a tutti i costi trovare un epilogo». Alcune di queste “fantasme” sono note in tutta Italia, come Beatrice Cenci o la Baronessa di Carini; altre, come Filomena di Dolceacqua e Bianca Maria Aloisia, sono conosciute perlopiù̀ localmente; ci sono quelle legate a personaggi illustri, come ad esempio Lucrezia Borgia, Artemisia Gentileschi o la Contessa Lara, e le fanciulle decedute in tenera età, che non si rassegnavano a lasciare questa terra (per questo definite “dame bianche”), come Biancamaria Martinengo, Azzurrina o Igea da Agrigento; infine, di alcune di loro, come  Gaia Lavinia Volumnia, Angelica de Falconibus e Carlina, è nota solo la leggenda, mentre altre, come Isabella de’ Medici, Violante Carroz, Anna Carafa della Stadera,  appartenevano a nobili casate rinascimentali dalla storia ben consolidata. Si tratta in particolare di “fantasme” greche, etrusche, romane, “vichinghe”, cattoliche, ebree, libertine, serve, imperatrici, nobildonne, borghesi, brigantesse, regine, partigiane e studentesse. “Fantasme” che coprono un arco di tempo che va dalla Magna Grecia fino agli anni di piombo. Per questo, il libro è anche una storia d’Italia “al femminile”.

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