Una vecchia foto un po’ sbiadita mi riporta alla memoria uno dei miei primi ricordi, risalente a ormai qualche decennio fa. Io, vestito con uno di quei maglioni di lana molto fine anni Settanta – già vetusto all’epoca – accanto a un albero di Natale nella casa di campagna sui Lepini, a Roccagorga. Un cane di pezza – regalo di quell’anno, che ho ancora conservato da qualche parte – e il camino acceso. Quell’immagine mi rimanda alla semplicità di quelle festività: niente tavolate o ristoranti, nessun assembramento, di fasti e libagioni nemmeno l’ombra. Il Natale era un’opportunità di raccoglimento famigliare, l’occasione per il nostro piccolo nucleo di stare insieme qualche giorno senza le pressioni del lavoro e della vita quotidiana, il momento in cui si pensava al futuro, all’anno che verrà, come diceva la canzone di Lucio Dalla pubblicata per la prima volta proprio in quel periodo. All’epoca era ancora d’uso acquistare un abete vero da addobbare con luci, ghirlande e palline colorate. Una volta terminato il periodo natalizio, molti di questi alberi – dismessi da appartamenti e abitazioni in cui non potevano essere curati o ripiantumati – venivano abbandonati accanto ai cassonetti dell’immondizia. Con mio padre andavamo a recuperarli per cercare di donare loro nuova vita, piantandoli nel giardino davanti casa. A più di qualcuno riuscimmo a restituire linfa, così sono cresciuti forti e fronzuti. Quelle che ci sembreranno rinunce, non potendo organizzare sontuosi veglioni, o vacanze di gruppo, così come le prudenze e accortezze nei giorni di festa avranno lo stesso effetto: garantire a tante persone di sopravvivere all’emergenza e continuare una vita quanto più lunga possibile. «Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico, e come sono contento di essere qui in questo momento. Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra e continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando tra un anno passerà: io mi sto preparando, è questa la novità».
Il Natale e l’anno venturo
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