La pandemia da Covid-19 ha provocato, tra le altre cose, il crollo degli screening oncologici a causa dell’interruzione degli esami non urgenti e del ricollocamento del personale sanitario nei reparti Covid. Inoltre molti pazienti affetti da tumore hanno saltato le visite di controllo anche per paura di contrarre il virus in ospedale. Tutto ciò porta con sé il rischio di ritardo nella diagnosi e un impatto significativo sulla mortalità. Per questo è bene parlare anche di ciò che è “altro” rispetto al Covid-19, senza ovviamente mai abbassare la guardia nei confronti di questa drammatica pandemia, anche perché la relazione cancro-Covid è molto pericolosa. I pazienti oncologici rappresentano una categoria più soggetta a rischio infezioni, quindi devono essere considerati fragili e il rispetto delle norme comportamentali per la prevenzione del contagio deve essere rigoroso, così com’è importante seguire costantemente le terapie in atto. Ottobre è stato il mese della prevenzione del tumore al seno, il principale cancro diagnosticato nella popolazione femminile. Le armi più efficaci restano la prevenzione e la diagnosi precoce. Le cause della malattia non sono state individuate con certezza, ma è certo che alimentarsi in modo corretto, non fumare, limitare l’uso di alcol, fare una costante attività fisica e sottoporsi a regolari controlli riducono le possibilità di ammalarsi. Inoltre, esistono fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo del tumore al seno:
- Età: il rischio di comparsa del tumore al seno aumenta con l’avanzare dell’età.
- Familiari colpiti dalla malattia: la presenza di un familiare stretto (madre, sorella, figlia) colpito da tumore al seno o all’ovaio potrebbe aumentare il rischio.
- Precedente tumore al seno: se si è già stati colpiti da tumore al seno, o da un’altra malattia mammaria benigna, si hanno maggiori probabilità di ammalarsi di nuovo
- Densità del seno: le donne che hanno un seno denso presentano un rischio più elevato di sviluppare il tumore al seno.
- Esposizione agli estrogeni: la prolungata esposizione agli estrogeni, nelle donne che hanno avuto un menarca precoce o una menopausa tardiva, può aumentare le possibilità di ammalarsi.
- Sovrappeso o obesità: nelle donne che arrivano alla menopausa in sovrappeso o obese il rischio di tumore al seno è più alto.
- Contraccezione orale: la pillola anticoncezionale porta un rischio lievemente maggiore di sviluppare il tumore al seno che scende quando si interrompe fino a scomparire del tutto dopo dieci anni dall’interruzione.
Dieta e stile di vita
Sebbene gli studi che indagano il collegamento tra la dieta e il tumore al seno non siano definitivi, hanno mostrato gli effetti benefici delle seguenti sane abitudini:
- Mantenimento di un peso adeguato e controllo della circonferenza addominale, importante fattore di rischio cardiovascolare
- Praticare attività fisica regolare (almeno 30 minuti al giorno)
- Consumare più alimenti vegetali (legumi, verdure, frutta, semi, cereali integrali non devono mai mancare in una dieta sana)
- Limitazione dell’alcol, meglio se evitato del tutto
- Moderazione nel consumo di carni rosse e soprattutto lavorate (prediligere pesce e legumi come fonti di proteine)
- Attenzione alla salute delle ossa: prediligere fonti alimentari di calcio e vitamina D abbinate alla quotidiana esposizione solare e all’attività motoria
- Limitare gli alimenti ad alta densità energetica (merendine, snacks salati, dolciumi, bevande zuccherate..)
- Idratarsi in maniera adeguata: almeno 1.5l di acqua al dì
- Fare acquisti consapevoli, informandosi sempre su ciò che si acquista
- Allattamento al seno che si dimostra come fattore di prevenzione