Il mondo intorno a noi è profondamente cambiato per cause ormai arcinote, ovvero la pandemia e la guerra con conseguenze in ogni settore: sanitario, energetico, alimentare, sociale, politico e naturalmente economico. Quante volte abbiamo sentito una frase, quasi retorica, che a seguito della pandemia nulla sarebbe stato come prima. Stesse domande arrivate con solerzia a seguito dell’invasione russa all’Ucraina. Saremo capaci di prendere gli elementi positivi che sarebbero seguiti a queste enormi problematiche. In realtà, se guardiamo con attenzione all’attualità, in diversi comparti si sta lentamente riprendendo la routine pre-pandemia che per certi versi è positivo in quanto segno tangibile che il peggio è ormai alle spalle ma abbiamo davvero colto nuove opportunità per modernizzarci: smart working, sanificazioni ambientali più accurate nonché dare più valore ai nostri rapporti interpersonali. Su questi punti non credo si siano compiuti passi avanti significativi disattendendo i piani pensati durante la pandemia e poi frettolosamente accantonati. Naturalmente il virus non ci ha abbandonati e continua a contagiare in virtù dell’alleggerimento di quasi tutte le disposizioni di contenimento ma è iniziata la vera fase di convivenza ancora tutta da scoprire e sviluppare al meglio. Più complicato anche solo formulare piani post-guerra Russia-Ucraina in quanto la fine del conflitto appare veramente lontana. Anche qui, però, spinti da problematiche contingenti, in particolare sul comparto energetico si stanno accantonando progetti di sviluppo di sviluppo riguardanti le energie alternative e possibili studi sul nuovo nucleare “pulito”, già utilizzato in altri paesi confinanti come ad esempio la Francia. Infine per completare l’opera di restaurazione è importante sottolineare come in ambito politico dopo un governo Draghi, piuttosto acclamato dai più, siamo giunti al termine anticipato della legislatura ripercorrendo le vecchie orme della Prima Repubblica nel quale l’instabilità politica italiana, è bene ricordarlo, ha contribuito in maniera determinante all’allargamento del debito pubblico. Non avevamo bisogno di un governo balneare ma la speranza è che almeno dopo il voto la politica lo rispetti.
Si cambia per restare uguali
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