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“Hanno ucciso l’uomo ragno”, la svolta 883

by Matteo Fraccarolo

“Hanno ucciso l’uomo Ragno” è il primo album della band Pavese degli 883, pubblicato nel 1992.L’album è stato anticipato dal Singolo “Non me la menare” pubblicato nel 1991 dopo la partecipazione al Festival di Castrocaro.

Da questo album sono stati tratti ben sei singoli, che ancora adesso sono molto probabilmentenelle playlist di molti ragazzi e adulti (chi ha vissuto gli anni ’90 può capire benissimo quanto siano state importanti queste canzoni), il segreto di questo grande successo risiede nei testi veri, sinceri e diretti.

I temi contenuti in questo album non erano mai stati trattati prima d’ora (il mondo giovanile ribelle e delle sue passioni: donne, amicizia, libertà, il “ragazzo sfigato” che rifiuta con orgoglio di essere il figlio di papà, l’adolescenza), tutti i testi sono stati scritti da Max Pezzali e Mauro Repetto.

Il linguaggio è quello dei ragazzi da pub, che vanno in discoteca solo per fare gli asini, non sopportano chi si atteggia (“Fingi di essere come Berlusconi, pieno di ragazze e di milioni”), sentono forte lo strappo generazionale (“Quando a casa non sei mai s’inkazza / Quando invece ci stai sempre s’inkazza / Devo pulire te ne vai s’inkazza“) e non c’è ragazza che tenga (vedi Non me la menare e Te la tiri). Ma sono anche i ragazzi spensierati di Jolly Blue (Una ragazza che ci stava forse al massimo ti dava / un bacino sulla bocca poi a casa non si tocca / Però dopo al tuo ritorno raccontavi quasi un porno) con le attese della My generation degli anni ’90 – Con un deca (E ci troviamo ancora al punto che / si gira in macchina il mattino alle tre / alla ricerca di qualcosa che poi / cos’è non lo sappiamo nemmeno noi).

Discorso a parte per la title track, quell’Hanno ucciso l’Uomo Ragno che ha scosso i cuori di milioni di bambini. Ricordo ancora chi si chiedeva perché le industrie di caffè ce l’avessero con lui, o cosa volesse dire “sgarro”. A leggerla oggi, Hanno ucciso… non suona come una canzone per bambini ma quasi un atto di accusa misto a rimpianto: questo mondo ha ucciso (senza motivo!) anche il nostro ultimo eroe, lasciandoci soli in balìa di “loschi individui al bancone del bar”, “quelli della mala” e “ragionieri in doppio petto pieni di stress”.

Questo album è stato un enorme successo,Max Pezzali e Mauro Repetto hanno saputo leggere la loro generazione in tempo reale, raccontandocela in musica. Senza troppe pretese, ma con grinta e spontaneità.

Di questo album non vennero fatti video musicali, e nonostante ciò nel giro di poco tempo arrivò al primo posto nella classifica degli album più venduti, ottenendo anche il disco di Diamante.

Per festeggiare i 20 anni di carriera Max Pezzali ha pubblicato “Hanno ucciso l’uomo ragno 2012” dove il cantautore pavese duetta con qualche rapper dei giorni nostri, a testimonianza di quanto abbia influenzato sulla musica odierna e quanto ancora quelle 8 canzoni siano ancora attuali.

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