È il 2000, uno strano suono serpeggia tra i locali notturni di Torino. Fa rumore, fa ballare, graffia ed accarezza allo stesso tempo, fonde la fusion al rock, la dance al soul, l’elettronica al reggae. È il suono dei Subsonica, band capitanata dal carismatico cantante Samuel.
È proprio quel suono “strano” che permette alla band di fare il suo ingresso ufficiale nel panorama italiano dei big con lo storico album “Microchip emozionale”.
Il primo singolo “Colpo di pistola” diventa immediatamente manifesto del gruppo. Il folto seguito dei Subsonica ama molto questo brano e il relativo video nonsense diretto la Luca Pastore, piccolo cult dei primi anni Duemila.
Scorrendo le 13 tracce, compreso il remix de “Il mio d.j.” presente come ghost-track, ci si accorge che i suoni notturni, nervosi, elettronici, caratteristici di pezzi come Nicotina groove o Giungla nord risalenti al primo disco, non mancano: “Lasciati”, “Strade” e “Il cielo su Torino” sono proprio le canzoni che contraddistinguono la parte più dark dei Subsonica.
“Il cielo su Torino”, sempreverde del gruppo, pur non essendo mai uscito come singolo, occupa un posto speciale nella discografia dei Subsonica. Si tratta di una canzone tributo dedicata alla bellissima Torino, uno dei più alti esempi del legame con la città più underground d’Italia. La Torino degli anni ’90, quella che hanno vissuto i Subsonica è una città ancora lontana dai rinnovamenti post-olimpiadi, è una città magica, ma anche un po’ grigia che vede gli eleganti palazzi ottocenteschi affacciarsi a quartieri alternativi e multi-etnici.
Nei brani “Aurora sogna”, “Disco labirinto”, e “Il mio d.j”, la band schiaccia l’acceleratore e i campionatori lavorano più del solito grazie anche all’aiuto del dj Coccoluto. Nella loro biografia ufficiale, Anomalia Subsonica, viene spiegato che l’inserimento di Claudio Coccoluto fosse stato recepito come omaggio a una scena dance italiana da anni riconosciuta in tutto il mondo come una scuola di riferimento.
Battiti cupi e tastiere elettroniche accompagnano l’efficace melodia di “Tutti i miei sbagli”, presentata come hit sanremese, a dimostrazione di come i Subsonica siano in grado di scrivere e interpretare brani più orecchiabili, senza perdere di originalità. Il ritornello è trascinante e restare fermi risulta quasi impossibile; la versione acustica tratta del successivo greatest hits “Vuoto per mano”, è un autentico must per ogni fan della band e non solo. Un brano degno di nota.
“Liberi tutti” è realizzata in collaborazione con Daniele Silvestri. Il quarto singolo, la claustrofobica “Discolabirinto”, è accompagnato da un singolare progetto visivo, il primo esperimento di video musicale compatibile con un pubblico di persone audiolese. La clip, come il brano, vede la collaborazione di Morgan dei Bluvertigo.
I Subsonica hanno dimostrato con questo album come le collaborazioni con artisti differenti, che sarà una costante in tutti i loro successivi lavori, e la commistione di generi e influenze, possano trovare un pulsante ed omogeneo punto di contatto. Proprio quel punto di contatto che risulta musicalmente avvincente e, in tutta la sua genuinità e, ancora oggi, vincente.