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Quel rapporto tra Italia e l’energia eolica

by Giorgio Agostini

Recentemente il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno predisposto il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) dove vengono stabiliti fino al 2030 gli obiettivi nazionali in termini di sostenibilità, rinnovabili ed emissioni di C02. Proprio riguardo alle rinnovabili l’Italia si è posta l’ambizioso obiettivo energetico in cui il 27 per cento dei consumi, entro pochi anni, debba derivare da fonti pulite. Quanto vale l’energia eolica in Italia? In quali regioni ci sono più impianti? Secondo i dati pubblicati dall’associazione WindEurope in Italia sono stati realizzati investimenti per impianti eolici per 600 milioni di euro, pari a una potenza installata di 600 megawatt. Il nostro paese è il quinto in Europa in termini di capacità eolica installata, con complessivi 10.758 MW di impianti installati nel 2019, tutti quanti on shore (a terra). Al momento, invece, non è in funzione neppure 1 MW di installazioni offshore (sul mare). Inoltre la stragrande maggioranza degli impianti (oltre il 90%) sono concentrati nel Sud e nelle isole, a causa della maggiore disponibilità in queste regioni di siti adeguatamente ventosi. La Puglia offre da sola un quarto della potenza elettrica nazionale, a cui si aggiungono il 18% della Sicilia, il 14% della Campania, il 13% della Basilicata e il 10% di Calabria e Sardegna. Il parco eolico più grande d’Italia è stato installato in Sardegna e precisamente nei comuni di Baddusò e Alà dei Sardi (Sassari) il cui impianto, costituito da 69 turbine e una potenza totale di 138 MW, si posiziona tra i migliori d’Europa. Il futuro dell’energia eolica in Italia prevede tre diversi filoni di azione: il primo riguarda l’installazione di nuovi impianti eolici sulle aree idonee del territorio nazionale, la seconda area di intervento riguarda invece il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti già esistenti (repowering) e infine, ma non per importanza, c’è il comparto dell’eolico offshore, in modalità galleggiante e al largo: l’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) prevede che il primo gigawatt di potenza installata è plausibile che arrivi già entro il 2030. A frenare lo sviluppo dell’eolico in Italia è la politica e la burocrazia unita a problemi di impatto ambientale. Realizzare un parco eolico richiede una grande area lontano dai centri abitati per problemi legati alla presenza delle enormi strutture che deturpano il paesaggio ma anche per l’inquinamento acustico, il suono delle pale si propaga per centinaia di metri e può risultare fastidioso per chi vive nelle vicinanze. Per restare in linea con gli obiettivi prefissati sarebbe necessario installare qualcosa come 8GW all’anno solo in Italia, ma nel triennio 2018 – 2020 ne sono state autorizzate appena 125 MW. Occorre necessariamente fare di più ed essere supportati da misure di incentivazione molto più decise ed onerose.

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