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L’Italia e i combustibili fossili per l’energia

by Giorgio Agostini

In questo periodo di forte crisi energetica in molti si chiedono se il nostro paese dispone di fonti di energia sufficienti per il proprio fabbisogno e se queste siano in grado di renderci indipendenti da altri paesi. Attualmente il nostro paese importa il 78% dell’energia ma sfruttando le nostre risorse rinnovabili potremmo arrivare al 58% in una decina d’anni. Insomma vento e sole non bastano certamente per renderci autonomi ma sicuramente rappresenterebbe un bel passo avanti dal momento che l’Italia è seconda in Europa per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. In questi ultimi giorni di campagna elettorale è tornato alla ribalta il discorso legato al nucleare e allo sfruttamento delle fonti energetiche fossili. Riguardo a queste ultime il nostro paese consuma oltre 75 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno con una produzione interna di circa 3-4 miliardi. I principali giacimenti di gas in Italia si trovano nel Mar Adriatico (davanti alle coste dell’Emilia Romagna, delle Marche, dell’Abruzzo e del Molise), nel Canale di Sicilia ed altre grandi riserve sotto il fondale dello Ionio e sotto il mare a nord-ovest della Sardegna. In tutto in Italia ci sono 1298 pozzi produttivi di gas naturale (514 sono classificati come “eroganti” e vengono utilizzati per le estrazioni e poco più di 750 sono invece “non eroganti”, cioè non attivi). La regione con più pozzi produttivi ed eroganti in assoluto è l’Emilia Romagna con 187 installazioni tra giacimenti terrestri e zone marine; seguono la Toscana con 45, la Sicilia con 44, il Molise con 15, la Puglia e le Marche con 12, la Lombardia con 8, la Calabria con 7, la Basilicata con 6, e l’Abruzzo con 1. A detta degli esperti nel mare Adriatico si potrebbero rimettere in moto velocemente circa 50 piattaforme pronte a fornire circa 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno come l’impianto “Giulia” (a 15 km circa a largo di Rimini), da cui si potrebbero estrarre risorse recuperabili pari a 600 milioni di metri cubi di gas ma attualmente non in uso perché manca un collegamento con la terraferma. Per quanto concerne il petrolio, i giacimenti più importanti in Italia si trovano in Sicilia a Ragusa (1500 metri di profondità), Gela (3500 metri di profondità) e Gagliano Castelferrato (a circa 2000 metri di profondità). La Basilicata è un’altra regione italiana in cui si estrae petrolio, nel dettaglio in Val D’Agri con il vanto del 70% della produzione nazionale di petrolio. Anche la Calabria riserva petrolio nella zona di Crotone, ma pozzi sono presenti anche in Molise, in Abruzzo e nel Lazio. La produzione petrolifera giornaliera italiana ad oggi si assesta attorno agli 80000 barili. L’attuale produzione italiana di petrolio soddisfa meno nel 10% del fabbisogno nazionale, il 93% del petrolio consumato in Italia viene infatti importato. Diversi siti italiani presso cui è stata accertata la presenza di petrolio da estrarre risultano chiusi o non operativi per diversi motivi (problemi di impatto ambientale) e la ricerca di nuovi giacimenti petroliferi in Italia non è così attiva nonostante il nostro paese è uno dei più ricchi in questo senso in Europa. Insomma, come spesso accade nella nostra amata Italia, il potenziale c’è ma non viene adeguatamente sfruttato.

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