In questo periodo di forte crisi energetica in molti si chiedono se il nostro paese dispone di fonti di energia sufficienti per il proprio fabbisogno e se queste siano in grado di renderci indipendenti da altri paesi. Attualmente il nostro paese importa il 78% dell’energia ma sfruttando le nostre risorse rinnovabili potremmo arrivare al 58% in una decina d’anni. Insomma vento e sole non bastano certamente per renderci autonomi ma sicuramente rappresenterebbe un bel passo avanti dal momento che l’Italia è seconda in Europa per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. In questi ultimi giorni di campagna elettorale è tornato alla ribalta il discorso legato al nucleare e allo sfruttamento delle fonti energetiche fossili. Riguardo a queste ultime il nostro paese consuma oltre 75 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno con una produzione interna di circa 3-4 miliardi. I principali giacimenti di gas in Italia si trovano nel Mar Adriatico (davanti alle coste dell’Emilia Romagna, delle Marche, dell’Abruzzo e del Molise), nel Canale di Sicilia ed altre grandi riserve sotto il fondale dello Ionio e sotto il mare a nord-ovest della Sardegna. In tutto in Italia ci sono 1298 pozzi produttivi di gas naturale (514 sono classificati come “eroganti” e vengono utilizzati per le estrazioni e poco più di 750 sono invece “non eroganti”, cioè non attivi). La regione con più pozzi produttivi ed eroganti in assoluto è l’Emilia Romagna con 187 installazioni tra giacimenti terrestri e zone marine; seguono la Toscana con 45, la Sicilia con 44, il Molise con 15, la Puglia e le Marche con 12, la Lombardia con 8, la Calabria con 7, la Basilicata con 6, e l’Abruzzo con 1. A detta degli esperti nel mare Adriatico si potrebbero rimettere in moto velocemente circa 50 piattaforme pronte a fornire circa 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno come l’impianto “Giulia” (a 15 km circa a largo di Rimini), da cui si potrebbero estrarre risorse recuperabili pari a 600 milioni di metri cubi di gas ma attualmente non in uso perché manca un collegamento con la terraferma. Per quanto concerne il petrolio, i giacimenti più importanti in Italia si trovano in Sicilia a Ragusa (1500 metri di profondità), Gela (3500 metri di profondità) e Gagliano Castelferrato (a circa 2000 metri di profondità). La Basilicata è un’altra regione italiana in cui si estrae petrolio, nel dettaglio in Val D’Agri con il vanto del 70% della produzione nazionale di petrolio. Anche la Calabria riserva petrolio nella zona di Crotone, ma pozzi sono presenti anche in Molise, in Abruzzo e nel Lazio. La produzione petrolifera giornaliera italiana ad oggi si assesta attorno agli 80000 barili. L’attuale produzione italiana di petrolio soddisfa meno nel 10% del fabbisogno nazionale, il 93% del petrolio consumato in Italia viene infatti importato. Diversi siti italiani presso cui è stata accertata la presenza di petrolio da estrarre risultano chiusi o non operativi per diversi motivi (problemi di impatto ambientale) e la ricerca di nuovi giacimenti petroliferi in Italia non è così attiva nonostante il nostro paese è uno dei più ricchi in questo senso in Europa. Insomma, come spesso accade nella nostra amata Italia, il potenziale c’è ma non viene adeguatamente sfruttato.
L’Italia e i combustibili fossili per l’energia
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