Home RubricheAlimentazione e Salute Cinque nuove raccomandazioni per evitare abitudini dannose per la salute

Cinque nuove raccomandazioni per evitare abitudini dannose per la salute

by Laura Guarnacci

Dopo la prima pubblicazione del 2014, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), alla luce anche dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ha aggiornato in collaborazione con Slow Medicine le cinque raccomandazioni sull’alimentazione rivolte alla popolazione e ai professionisti, in cui vengono identificate le pratiche scorrette e allo stesso tempo più diffuse, associate alla nutrizione, prive di benefici per la salute. Le cinque raccomandazioni sono state riviste a fronte dei cambiamenti sociali, economici e climatici degli ultimi anni con una particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e dei disturbi alimentari.

Queste le cinque raccomandazioni

1) NON SEGUIRE “DIETE SENZA” O DIGIUNI. Sono approcci nutrizionali specifici per determinate patologie che solo il medico può consigliare. Gli esempi sono molti: diete che escludono determinati alimenti (carboidrati, glutine, grassi, lattosio, proteine animali…), approcci dietetici basati su presunte intolleranze alimentari (non diagnosticate da metodiche scientificamente validate), dieta dei gruppi sanguigni, diete paleolitiche, digiuni intermittenti o continuativi. Questi approcci dietetici possono provocare danni alla salute e carenze nutrizionali e non risolvono il problema dell’obesità, anzi favoriscono disturbi alimentari. 

2) EVITA DI RIVOLGERTI A PROFESSIONISTI NON ESPERTI NELLA DIAGNOSI E CURA DEI DISTURBI ALIMENTARI. Solo team specializzati o sanitari competenti afferenti a diverse discipline possono prendere in carico con modalità multidisciplinare queste gravi patologie. I disturbi alimentari sono malattie mentali gravi che intaccano in modo importante la salute psichica e fisica della persona, alterandone la sfera sociale e relazionale. L’approccio ai disturbi alimentari deve prevedere il coinvolgimento di differenti figure (psichiatri/neuropsichiatri infantili, medici con competenze nutrizionali, internisti, pediatri, endocrinologi, dietisti, psicologi, infermieri, educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e fisioterapisti), coinvolte nei diversi ambiti sanitari di competenza, in coordinamento e in un lavoro condiviso nelle differenti fasi di cura.

3) NON INCORAGGIARE UN USO ESTENSIVO E INDISCRIMINATO DI INTEGRATORI VITAMINICI E MINERALI COME FATTORI PREVENTIVI DI NEOPLASIE E PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI. L’abitudine dell’utilizzo di integratori vitaminici e minerali per una presunta prevenzione di patologie oncologiche o cardiovascolari è estremamente diffusa, in particolar modo in Italia, con una spesa non indifferente a carico dei cittadini. Tuttavia sono disponibili solide e recenti evidenze scientifiche che non hanno documentato un reale effetto protettivo sul rischio oncologico relativo a numerose neoplasie derivante dall’utilizzo di supplementi nutrizionali. La supplementazione con integratori vitaminici e minerali non produce nemmeno benefici nella prevenzione delle malattie cardiovascolari né sulla mortalità per tutte le cause nella popolazione generale. La vera prevenzione efficace è quella rappresentata dalle corrette abitudini di vita: sana alimentazione, attività fisica, astensione dal fumo e limitazione dell’uso di alcolici. In più, se si assumono integratori è molto importante comunicarlo ai medici durante le visite perché possono alterare i risultati di esami di laboratorio anche in modo rilevante.

4) I SOGGETTI OBESI DI QUALSIASI ETÀ NON DEVONO ESSERE COLPEVOLIZZATI. Lo stigma dell’obesità peggiora la condizione di chi ne è affetto. Colpevolizzare i soggetti obesi può avere un impatto negativo sulla loro salute fisica, psicologica e sociale. La persona affetta da obesità deve essere accolta e trattata con la dignità ed il rispetto che si ha per tutte le altre patologie.

5) NON SEGUIRE REGIMI DIETETICI AD IMPRONTA OCCIDENTALE CON ELEVATO IMPATTO AMBIENTALE. Solo modelli alimentari salutari come la dieta mediterranea possono garantire la salute degli individui e del pianeta. La raccomandazione riguarda l’impatto dei modelli alimentari non solo sulla nostra salute, ma anche su quella dell’ambiente. Il cibo ha infatti un peso sulle risorse ambientali, in termini di consumo di acqua, suolo, energia, oltre che di produzione di gas, acidificazione ed eutrofizzazione. Le “diete occidentali” (ricche di alimenti raffinati, grassi animali, zuccheri e povere di fibra) sono quelle che comportano il maggior peso ambientale, oltre ad essere quelle che favoriscono la comparsa di malattie metaboliche, cardiovascolari, oncologiche. Viceversa, “diete salutari” (a prevalente base vegetale preferendo cereali integrali, legumi, verdure, frutta, con buon contenuto di pescato, apporti moderati di carni e con grassi vegetali) hanno il vantaggio di essere protettive per la salute degli individui e maggiormente rispettose delle risorse impiegate per la produzione degli alimenti da consumare.

 

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