Home RubricheFantàsia Cisterna e la sorgente di Genzia – IV Parte

Cisterna e la sorgente di Genzia – IV Parte

by Cristina Villanova

La situazione non era semplice ed era necessario incontrare e riunirsi in consiglio anche con i nani delle Grotte di Cisterna. Queste erano situate proprio al di sotto del Regno dei Butteri. Entrambi i regni vivevano in pace e nonostante il carattere burbero dei nani, le due casate avevano sempre collaborato per la salvaguardia dei loro regni. Il re dei nani si chiamava Malmi, ossia metallo, poiché era un popolo di cercatori e custodi dei nobili metalli, erano abili fabbri e forgiatori delle migliori armi e cotte in maglia dell’intera  Fantàsia pontina. I nani erano robusti e di bassa statura caratterizzati dalle loro lunghe barbe rese rossicce dalla eterna convivenza sotto terra con i metalli. Eh sì, la terra … Per i nani era l’elemento con il quale possedevano un legame viscerale ed antico. Inoltre, erano i custodi delle Acque di Cisterna, le quali si dice fossero in grado di realizzare straordinari miracoli. Difatti, l’antica arte delle Acque di Cisterna e l’uso del loro potere si era perduto nelle increspature del tempo. Ciononostante, qualcuno sosteneva che ancora ci fosse qualche antico saggio capace di maneggiarle e di sussurrargli, riuscendo a comunicare con esse un perduto idioma divenuto leggenda e oramai lontano mito.

Re Hestur inviò un messaggero alle Grotte di Cisterna poiché un incontro che potesse rinsaldare la immemore alleanza tra Butteri e Nani urgeva. Malmi, il re dei nani, accolse immediatamente l’invito di re Hestur, tanto che l’indomani uno stuolo di nani si presentò al cospetto del dorato edificio Fluga. Gli immensi portoni della cavallina dimora si spalancarono e i fieri nani varcarono l’ingresso. In fondo alla sala li attendevano Re Hestur e Rasgal dei Marmocorazza con Cristalia degli Acqualucenti.

Le presentazioni avvennero con naturalezza  e gran rispetto. Tutti i presenti informarono Re Malmi  e il suo seguito sul silenzioso pericolo che aleggiava meschino, il Malcandore. I nani ne rimasero sconvolti, affermarono che nessuno , niente mai dovrebbe derubare la terra al suo luogo di appartenenza … è come derubare il respiro all’aria. La missione era assai rischiosa, ma il popolo nanesco non avrebbe mai rinunciato a lottare il male, in qualsiasi forma esso si fosse presentato. La riunione durò a lungo, molto c’era da dire e da pianificare, molte le possibili soluzioni … Tante teste, tante idee tutte insieme, nello stesso luogo, nel medesimo istante … le confuse situazioni furono evitate accuratamente ponderando l’obiettivo comune con volontà tenace … Profumo di coesione aleggiava nell’aria, comunione di intenti, nonostante qualche fievole screzio … Promettente appariva il gruppo e determinato poiché il traguardo era la salvezza.

Related Articles