Home RubricheFantàsia Cisterna e la sorgente di Genzia – VI Parte

Cisterna e la sorgente di Genzia – VI Parte

by Cristina Villanova

L’impavido Rasgal e l’inossidabile Hestur partirono  e dopo qualche battito d’ali si trovarono dinanzi al Regno di Briglia … osservare quel luogo dal vivo era tremendo e frustrante al tempo stesso, grandi morse di metallo incatenavano ogni cosa, la terra ne era soggiogata, era grigia e pallida, tutto era ammalato, erba, fiore ghianda e tronco … tutto sembrava sussurrare un fievole grido di aiuto. Rasgal ed Hestur avevano la sensazione di soffocare a causa delle esalazioni maleodoranti e della desolazione che si apriva dinanzi a loro.

Un oscuro cancello li sovrastava, era immenso e improvvisamente scricchiolando a poco a poco, si aprì … i due fieri entrarono e passo dopo passo la sensazione di pesantezza aumentava, un lungo viale di nero catrame calpestavano e circondati da verticali edifici grigi e freddi erano … se il verde dell’erba e la luce della rugiada fosse mai esistita in quello spazio, non lo si percepiva più, tutto era stato cancellato, colori, fiore, foglia e germoglio … solo un’atmosfera spettrale.

Rasgal ed Hestur sapevano come erano fatti gli esseri umani e sapevano molto bene, che non tutti erano malvagi, molti di loro vivevano ancora all’interno delle foreste in comunione con la Madre Terra, ma altri no e ora i due eroi si accingevano a conoscerli e speravano …

Il viale era dritto e ti faceva giungere al castello del sovrano Svartur … quanta sabbia e quanta terra rubate ai loro luoghi di origine, niente alberi, niente pace, solo costruzioni e un continuo lavorio provocato dalle macchine, l’odore dell’olio dei loro ingranaggi sovrastava ogni cosa … che era avvenuto lì? Quanto male … Rasgal ed Hestur avevano il cuore spezzato per quel luogo sofferente …

Nessun umano era stato visto e ora le porte dell’inquietante castello si aprivano accogliendo i due eroi … tutto era cupo, ma la luce c’era, era di diversa natura, mai ne avevano scorta una di tale fattezza i due possenti esseri … la chiamavano elettricità … tutto sembrava essere artificiale e vacuo.

Finalmente, erano giunti al cospetto di re Svartur e ciò che videro li disorientò … il sovrano era “ornato” da un’armatura di fili, catene e meccanismi … ciò che spaventò il Drago e il Cavallo alato è che gli ingranaggi erano disseminati anche sul suo corpo rendendolo una sorta di macchina umana, ancora umana forse … la situazione era più grave di ciò che si aspettavano. Anche i cavalieri della corte somigliavano molto nell’aspetto al loro re …

L’accoglienza non fu tra le più calorose, nonostante ciò Rasgal ed Hestur cominciarono a parlare e a spiegare il motivo della loro venuta … Re Svartur, mentre i suoi ospiti parlavano, ghignava, era lì ma sembrava non esserci affatto … non gli interessava ciò di cui si discuteva, era annoiato. Quando fu il turno del sovrano di Briglia, si rivolse ai due eroi mostrando quasi scortesia e rinfacciando la loro mancanza di rispetto riguardo agli usi e costumi di Briglia e negando che le loro macchine fossero le artefici dei nefasti sconvolgimenti avvenuti nei territori circostanti. Quello non era il Malcandore, era il loro modo di vivere, si chiamava progresso e non esisteva alcun tipo di ragione per cui Briglia dovesse rinunciare alla sua evoluzione. Secondo re Svartur, il vero motivo per cui Rasgal ed Hestur fossero giunti lì, era mosso solo dall’invidia, lui pensava che il resto del Regno non desiderava che Briglia si arricchisse e migliorasse grazie alla loro tecnologia. Re Svartur era su tutte le furie e non volle sentir alcuna ragione, per questo non acconsentì alle richieste di Rasgal e di re Hestur. Il sovrano di Briglia spiegò loro che la natura circostante era un bene sì, ma da sfruttare per il maggiore benessere della comunità che lo si può raggiungere soltanto grazie all’aiuto della tecnologia, all’uso delle macchine … mutare i luoghi e ogni cosa significava cambiamento e ciò era il futuro. Era tempo che la Fantàsia pontina mutasse, una metamorfosi per Briglia era necessaria.

In seguito al discorso di Svartur, Rasgal ed Hestur se ne andarono cercando una soluzione efficace sul da farsi … Re Svartur gli disse di non azzardarsi più a presentarsi al suo cospetto e del suo popolo con simili  e futili richieste, ma solo per stringere un’alleanza in nome del cambiamento. Se avessero tentato di fermarlo, la guerra su di loro sarebbe piombata, senza alcuna pietà.

Il tempo della diplomazia era finito, ora è tempo di reagire e lottare per il Bene di tutti. Questo si dissero il Drago e il Cavallo alato e certamente non avrebbero desistito perché il male deve essere contrastato, annientato.

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