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Elio e le Storie Tese – Eat The phikis –

by Matteo Fraccarolo

Siamo nel 1996: gli Elio e Le Storie Tese escono con questo “Eat The Phikis” “promuovendolo” a San Remo dello stesso anno. La intro si chiama “Vincitori o Campioni?”, seguita dalla famosissima “La Terra dei Cachi”. La leggenda narra che il gruppo aveva trionfato quella edizione di San Remo con “La Terra dei Cachi”, ma con un trucco burocratico la vittoria fu assegnata a Ron e Tosca con “Vorrei Incontrarti Fra Cent’anni”. “Burattino Senza Fichi” è una melodia orecchiabile accompagnata da un testo che racconta di Pinocchio alle prese con una sua nuova parte del corpo prodotta da Geppetto. Subito dopo parte “T.V.U.M.D.B.”, in cui si notano le prime collaborazioni importanti dell’album, ovvero Giorgia e Demo Morselli ai fiati, già presente in “Burattino Senza Fichi”. Il pezzo è un lento in cui Giorgia e Elio si dividono le parti dei protagonisti della storia narrata:la giovane che scrive sui muri del metrò e il giovane che la corteggia. In “Lo Stato A, Lo Stato B” gli elioni si danno all’elettronica, con un groove pazzesco composto da batteria elettronica e basso, seguiti da chitarra elettronica nel ritornello, che conclude il pezzo con un grandissimo assolo degno del migliore. La traccia dopo, una delle più famose dell’intera discografia, “El Pube” invece assume ritmi messicani e cubani, con Elio al flauto. “Omosessualità” invece è una cavalcata punk in grado di farti venire voglia di pogare con Elio che suona il basso, una novità per il gruppo. Un pezzo leggendario del gruppo è “Mio Cuggino”, una canzone abbastanza cupa in cui vengono raccontate delle leggende metropolitane conosciute, famosa anche per la partecipazione nel finale di Aldo del trio Aldo Giovanni e Giacomo e con alla batteria nientemeno che Vinnie Colaiuta. “First Me, Second Me” invece sono due canzoni in una: la prima (First me), cantano Elio e Feiez in un inglese al quanto maccheronico con un sottofondo musicale da night, ma con tutta l’ironia che li contraddistingue. Il tono cambia totalmente per Second Me (The Peak Of the Mountain), in cui addirittura canta James Taylor un lento che sorprende tutti, supportato da un piano e delle tastiere che rendono tutto il tutto magico. “Milza” e “Li Mortacci” fanno da apripista alla gloriosa “Tapparella”, in cui Elio ricorda i momenti vissuti alle feste delle medie, sorprendendo per il falsetto e il coro da stadio “Forza Panino!” e col finale di “Smoke on the Water” di “Made in Japan” dei Deep Purple, che renderà il pezzo unico nel suo genere. In “Neanche Un Minuto Non Caco” invece si torna alla “Terra Dei Cachi”, però cantata in 55 secondi. Eat The Phikis è un disco che va assolutamente acquistato e scoperto da soli, giorno dopo giorno, mese dopo mese; ha una complessità che va oltre i semplici tempi dispari del Progressive rock a cui si ispira e sancisce la fine di un’epoca importante, quella degli Elio E Le Storie Tese assieme a Feiez, colonna portante della band che, con la sua dolorosa ed improvvisa scomparsa, ha lasciato un’architettura della band instabile e mai più così robusta.

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