Nonostante l’arduo compito che si prestava ad affrontare, Rosblanca non si perse d’animo e sfoderando tutto il suo coraggio, una mattina, si incamminò verso la catena dell’Artemisia e una volta giunta dinanzi alle mura della residenza serpentesca, bussò al portone per farsi ricevere. La Fata dovette attendere non poco oltre alle minacce scagliate contro la sua persona, ma Rosblanca non sembrava fosse intenzionata a scoraggiarsi in alcun modo. Era una Fata tenace come poche e alla fine grazie alla sua pazienza e costanza riuscì a farsi aprire il portone di questo mitico regno, oramai in decadenza. Varcato l’uscio, Rosblanca si presentò e chiese di farsi ricevere dai Lindwurm più anziani della dimora. Le fu risposto che ciò non era cosa facile, ma ciononostante una delle due guardie si diresse verso la reggia e la Fata fu lasciata sull’uscio controllata a vista dai minacciosi occhi catalizzanti dell’altra gigantesca e strisciante guardia. Questa volta, Rosblanca era assai timorosa poiché conosceva la fina intelligenza di queste creature per le quali nutriva un considerevole rispetto. L’attesa fu lunga a tal punto che le appariva di diventare presto vittima delle furbe astuzie delle Serpi. Infine, vide giungere di ritorno la guardia e sembrava più loquace, le si avvicinò e le disse che poteva essere ricevuta dai Lindwurm più anziani, i quali la attendevano impazienti. Così, Rosblanca avanzò, passo dopo passo, verso i vertiginosi corridoi della reggia, eccola! La celebre Sala dell’Alto Consiglio si mostrò con tutta la sua imponenza. La regalità e gli occhi magnetici delle sagge Serpi colmavano l’intera sala e Rosblanca entrò rispettosa in questo spazio sacro facendo un ampio inchino e le Serpi apprezzarono. Il cuore della Fata le suggeriva che tale atmosfera fosse genuina e spontanea, priva di fini sotterfugi da parte dei Wurm e Rosblanca iniziò a parlare. Si presentò e disse che molta strada aveva percorso per giungere laggiù e in seguito venne al motivo della sua venuta: voleva capire cosa fosse successo. In principio, le Serpi non riuscirono a comprendere cosa la nobile Fata intendesse dire, così Rosblanca gli rammentò le origini della loro antica stirpe, il loro viaggio dal lontano Nord verso l’Artemisia e il loro compito di custodire. La custodia, vitale finalità che sosteneva e rafforzava l’intera casata. I Lindwurm annuirono ad ogni parola proferita da Rosblanca, ma ancora non riuscivano a capire il motivo per cui rammentare ciò che bene conoscevano. Questo fu il momento in cui Rosblanca confidò alle sagge Serpi il suo crescernte timore; Rosblanca sentiva che qualcosa di nefasto e assai malvagio si era impadronito di quel luogo e dell’anima delle Serpi più deboli. La Fata sentiva chiaro come il rintocco delle campane che i Lindwurm non erano mutati da leali custodi ad avari ladri per loro volontà, piuttosto all’opera c’era qualcosa di infido, era stregoneria tra le più vili.
La Stirpe del Tiglio – Quarta Parte
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