Home RubricheFantàsia Fogliano di Corallo – V Parte

Fogliano di Corallo – V Parte

by Cristina Villanova

Corallo ci aveva pensato innumerevoli volte e tanto aveva sperato che un giorno fosse giunto questo unico istante. Rivedere la sua famiglia per lei fu il momento più bello della sua vita, irripetibile, poiché troppo dolore aveva sofferto nel dubbio che non li avrebbe mai più rivisti. I suoi genitori non riuscivano a credere ai loro occhi, suo padre Sauro, sua madre Leonia e sua sorella Gemma erano lì impietriti tra incredulità e commozione. Con uno scatto rapido, Corallo se li ritrovò attorno, il loro abbraccio fu come il sole che  accarezza la superficie acquea del mare risvegliandolo dolcemente. Quella sera quante cose si raccontarono, non ci fu tempo per mangiare o per dormire, era una corsa nel recuperare i mesi perduti insieme e ogni parola detta sembrava un tassello riposizionato nell’ampio mosaico dei momenti ritrovati. Corallo le raccontò della sua ferita alla coda e del lungo e difficile recupero delle sue funzionalità nonché del lavoro svolto con passione nel Rifugio del Laghetto di Fogliano. Allo stesso tempo, Sauro Leonia e Gemma narrarono la loro esperienza vissuta durante il cataclisma, il terrore era ancora stampato sui loro volti. Purtroppo, i giorni a venire furono ancora più oscuri perché ciò che scoprirono loro stessi e gli altri abitanti di Sonorea fu che il cataclisma non era di origine naturale, ma qualcosa agiva nell’ombra. Corallo non sapeva cosa pensare, voleva capire ogni cosa ma una sensazione spiacevole le premeva il cuore. Si fece coraggio e chiese a suo padre di raccontarle tutto. Sauro le disse che tutto ciò che avvenne a Sonorea per i danni che causò sembrava in tutto e per tutto un maremoto, ma la verità si manifestò l’indomani del cataclisma. Intorno al regno di Sonorea, fu notato qualcosa di insolito. Qualcosa che non esisteva in natura nel mondo sottomarino, era artificiale. Era stato creato per portare disordine e caos da qualcuno. Non esseri marini, ma altro, esseri che giungevano dal Sopra Mondo, dalla terra ferma. Erano esseri con testa, arti superiori ed inferiori, si muovevano camminando su due zampe. Erano stati loro a causare quel caos con le loro strutture potenti pericolose e terrificanti. Erano stati loro a prelevare la sabbia intorno a Sonorea e nessuno sapeva a quale scopo. Loro avevano causato e simulato un finto cataclisma con l’aiuto delle loro strutture artificiali affinché nessuno potesse accorgersi di nulla. Non immaginavano che molti sonoreani riuscirono a scampare la morte, per loro certa, e furono visti mentre indisturbati, si apprestavano a derubare il fondale marino della sua sabbia. Era impossibile immaginare un atto così insensato, perché deturpare e distruggere un luogo a scapito della propria popolazione e dello stesso ambiente? L’ambiente permette la vita solo se viene rispettato e se ciò non avviene ne deriva sofferenza e infine morte. Non esiste altro modo, la scelta è tra rispettare o morire e per i sonoreani e il resto dei regni sottomarini la scelta era una ed unanime, il rispetto ad ogni costo.

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