Corallo rimase a lungo in silenzio, non riusciva a parlare, era esterrefatta ed incredula. Certamente, ne voleva sapere di più e per questo, come avveniva con consuetudine, si riunì insieme alla sua famiglia e discussero a lungo fino a tarda notte.
Sauro le raccontò che il male agiva con forza in fondo al mare da molto tempo; era uno stato generale passivo che contagiava e diffondeva, indisturbato, la tristezza, la disillusione fino a sfociare nell’astio e nel rancore tra gli abitanti. Era un morbo che nessuno sapeva da dove avesse avuto origine e che un giorno cominciò a colpire gli abitanti di tutti i regni sottomarini. L’unica certezza è che tutto iniziava con la scomparsa della sabbia e la metamorfosi dei luoghi colpiti, ma non era tutto …
… il passo successivo era diffondere questo stato d’animo malevolo tra gli esseri viventi rendendoli tristi e irosi senza nessuna causa evidente e quando la popolazione intera si ammalava, avveniva l’inconcepibile, una metamorfosi fisica …
… Questi esseri afflitti, si trasformavano in creature di sabbia che si cibavano di sabbia e cibandosene il morbo continuava ad espandersi in un circolo infinito portando il caos malevolo e il silenzio. A volte, gli esseri più deboli ne venivano stroncati e si dissolvevano nell’acqua e poi il nulla.
Corallo era sconvolta, era immobile di fronte alla sua famiglia, i loro volti erano scoraggiati ed esausti poiché l’unica soluzione che potesse rallentare e contrastare questa malattia sembrava essere l’ottimismo, la solarità e il sorriso. Solo la positività sembrava funzionare. Non era facile reagire positivamente ad un mondo che vedi sgretolarsi gradualmente intorno a te e sebbene non ci si risparmi, non si giunge ad alcun tipo di rimedio. Ciononostante, a Sonorea, ancora poche famiglie cercavano in questo modo di fronteggiare questo nemico invisibile ed invulnerabile. Tutti, insieme, lavoravano instancabilmente per trovare una soluzione definitiva a ciò che rappresentava la morte, la fine di un mondo che era tutto e che apparteneva a tutte le creature marine.
Corallo era spaventata da ciò che incombeva nel suo futuro e in quello della sua famiglia, ma era una cavalluccia marina tenace e coraggiosa, non era sua abitudine scoraggiarsi o fuggire dinanzi al pericolo. Ora, era fondamentale agire con prontezza e risolutezza. Non si doveva più permettere a questo male di prosperare. Era necessario salvare il mare e la sua vita, già molti sonoreani erano rimasti vittima di questo morbo, chiamato ormai un po’ ovunque il “Malcandore” e poi …
… un’illuminazione leggera venne alla mente di Corallo, la musica. La soluzione, la chiave di svolta poteva essere la musica. La sua famiglia la guardava attonita e pensierosa poiché nessuno ci aveva pensato e pareva una risposta fin troppo logica, ma allo stesso tempo, tentare non poteva nuocere. La musica veniva perfettamente padroneggiata solo dai sonoreani e forse per questo nessuno ci aveva pensato finora. Gli occhi di Corallo e dei suoi familiari si incrociarono e brillarono all’unisono come se una rivelazione si fosse fugacemente manifestata dinanzi a loro. Una fievole speranza cominciò timidamente a divampare con forza.