Home RubricheScienza e Tecnologia I supporti per l’Archiviazione dei dati – III Parte

I supporti per l’Archiviazione dei dati – III Parte

by Giorgio Agostini

Con la nostra storia dei dispositivi di archiviazione di massa arriviamo alla fine degli anni ’70, precisamente nel 1974, quando la Philips iniziò una collaborazione con l’azienda chimica DuPont per la progettazione del CD-ROM (acronimo di Compact Disc – Read Only Memory, disco compatto – memoria di sola lettura). Quando DuPont decise di uscire dal progetto a causa degli elevati costi d’investimento, Philips creò una nuova joint venture con Sony, che stava già lavorando ad un proprio progetto di disco ottico di 100 mm di diametro – mentre il progetto Philips era di 115 mm. Le due aziende decisero di portare il formato definitivo del Compact Disc a 120 mm e di raggiungere una capacità massima (in minuti) di 74’ e 33”, che corrisponde alla durata della Nona sinfonia di Beethoven (che secondo alcuni era l’opera preferita dalla moglie del presidente della Sony). Il cosiddetto Mode 1 permetteva di salvare dati informatici, il Mode 2 dati musicali o di tipo grafico. Ogni CD conteneva sino a 700 megabyte, equivalente di 486 floppy disk. Un’importante evoluzione del CD si ebbe nel 1993 con il Video CD preludio alla nascita del DVD nel 1995. Fisicamente identici ai CD-ROM, i DVD (acronimo di “Digital Versatile Disc” o anche “disco video digitale”) utilizzano materiali differenti per il salvataggio dei dati e differenti tecniche di lettura e scrittura dei dati e contengono molte più informazioni rispetto ad un singolo CD. Con i suoi 4,7 gigabyte di capienza, equivale a circa 7 CD-ROM. ll DVD è il risultato del lavoro unificato di Philips, Sony, Panasonic e Toshiba. Quasi contemporaneamente alla nascita del DVD un gruppo di aziende (Compaq, DEC, IBM, Intel, Microsoft, NEC e Nortel) iniziò a lavorare alla creazione di un connettore unico per collegare i vari dispositivi esterni al PC, garantendo ovviamente maggiore facilità d’uso rispetto alle precedenti soluzioni e velocità superiori. Nacquero così le chiavette USB (acronimo di Universal Serial Bus), un dispositivo di archiviazione di massa “plug-and-play” (letteralmente, attacca e utilizza). Tali chiavette ebbero immediatamente un gran successo grazie alla loro portabilità (grandi come un accendino e pesanti poco più di 30 grammi) e alla possibilità di scrivere e cancellare i dati a proprio piacimento. Oggi le chiavette USB arrivano a contenere sino a 125 gigabyte di dati, equivalenti a circa 140 DVD. Per il 2021 è previsto il debutto della versione 4.0, e l’USB è presente praticamente in ogni dispositivo aperto alla connettività esterna, che si tratti di computer, tablet, cellulari, televisori o console per videogiochi.

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