Lo scorso 21 maggio, Sezze ha ricordato uno dei momenti più brutti vissuti durante la seconda guerra mondiale. In quel giorno del 1944, l’aviazione anglo-americana distrusse due chiese simbolo di Sezze: la chiesa di Sant’Andrea, presso una delle entrate principali della città e la Chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco, presso la piazza di San Rocco, oggi piazza Margherita. A Sant’Andrea crollò il tetto della chiesa, il campanile e parte del muro esterno che limitava un lungo tratto della piazza, causando la morte di numerosi civili. A San Rocco, gli americani pensavano di colpire il vicinissimo palazzo Lombardini, credendolo sede di un comando tedesco. La chiesa di San Rocco, dedicata a Rocco di Montpellier, protettore contro la peste e le malattie infettive, era stata costruita in seguito ad un pubblico voto fatto dai cittadini di Sezze dopo che il paese era stato risparmiato da quella peste che, nel 1527, aveva decimato gran parte dell’Italia centrale. I lavori, finanziati dal cittadino setino Cristoforo Valletta, iniziarono dopo il 1550 e terminarono, con la consacrazione della chiesa, nel 1586.Verso la seconda metà del XVII secolo, la stessa famiglia Valletta finanziò un restauro dell’edificio donandogli uno stile barocco caratterizzato da stucchi e marmi. A seguito della sua distruzione il vescovo dell’epoca, monsignor Pio Leonardo Navarra, nel 1945 ottenne dalla Santa Sede il permesso di far ricostruire la chiesa in campagna e non più nel centro storico. Dopo aver scelto per la traslazione la località Colli, sita nella conca di Suso, e in seguito all’acquisto del terreno da parte dei signori Bottoni, Locatelli e Serecchia, durante i primi anni ‘70 fu ultimato l’edificio destinato ad ospitare la chiesa. Nel 1974 il parroco chiese un finanziamento per poter costruire la sacrestia, il campanile e delle stanze attigue che furono realizzate in un secondo momento. A Piazza Margherita, dove un tempo c’era la chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco, oggi spicca una statua in bronzo di San Carlo da Sezze, circondata da numerosi alberi e panchine. Quello che tanti anni fa fu teatro di distruzione oggi è un luogo di pace e raccoglimento.
Storia, guerre e chiese: come è cambiata Sezze
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